18 dic 2016

Un colore selvaggio

"non basta identificare con precisione ogni animale, ogni pianta, corpo celeste [...] bisogna sapere quale parte è loro attribuita da ciascuna cultura all'interno di un sistema di significati" 

Questa è la forte argomentazione che lega sostanzialmente il pensiero di Strauss all'interno de Il pensiero selvaggio. Nell'ottica di questa visione, la ricerca del colore selvaggio come totem individuale non può che avvenire all'interno della sfera religiosa, o in maniera più generale quella metempirica.

Si chiamano Wodaabe, sono prettamente nobili e si muovono all'interno della steppa Sahel, in Nigeria. Sono chiamati bororo dalle tribù vicine, termine che significa "pastori in stracci", anche se hanno una vera e propria ossessivo per gli abiti da cerimonia e per i cosmetici, in generale per la bellezza e il trucco. Contrariamente a ciò che succede nella società moderna, all'interno dei wodaabe, il trucco non è applicato per correggere imperfezioni, ma bensì per esaltare la bellezza ereditaria. Per realizzare ciò, sono soliti preparare un cosmetico color verde da applicare sul volto, realizzato utilizzando la pelle secca dei camaleonti. La credenza è che, come il camaleonte cambia colore, questo trucco possa trasformare il viso dell'uomo che lo applica, accentuandone la bellezza naturale, diritto ancestrale donatogli alla nascita.



Tipico trucco Wodaabe applicato con pigmento verde 

Nessun commento:

Posta un commento